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Originariamente inviata da jokervero
A pukt non piace gomorra perché offre una cattiva immagine di Napoli e non fa vincere i buoni ma si vedono solo i cattivoni.
(peccato che nella realtà le mafie vincono e dominano e i presunti 'buoni' non si sa neppure chi debbano essere).
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Questa è una sciocchezza gigantesca.
E non tanto perchè mi accusi di una falisità, cioè dell'avere un sentimento di protezione, che vorrebbe imbellettare Napoli, nascondendone le ombre.
Ma per un motivo ben più ovvio, che mi stupisce doverti spiegare.
L'idea che gomorra dia una cattiva immagine di napoli è un'idea che fa semplicemente ridere, dal momento che la più grande serie di tutti i tempi, a livello mondiale, racconta di una famiglia camorristica (per la precisione originaria di avellino). Nemmeno menziono qual è, perchè ovvio il nome di questa serie.
Quindi chi pensa che gomorra abbia fatto o stia facendo danni, e non ricorda di quella serie, dice per definizione una sciocchezza. E non faccio parte di questa schiera.
In ogni caso, della camorra bisogna parlare, sempre. Il male va raccontato, per combatterlo.
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Gomorra non è un documentario, è una fiction e come tale non si pone l'obiettivo di raccontare e spiegare ma offre una prospettiva di una situazione per stimolare una riflessione e una più ampia conoscenza della problematica.
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Non cerchiamo definizioni fuori dalla realtà.
Gomorra è semplicemente un prodotto televisivo, nella forma della serialità, che racconta una storia, ispirandosi anche a vicende vere.
E' un prodotto autoriale, e io che ne sono fruitore liberamente ne giudico la qualità di scrittura. Nè più nè meno di come faccio con ogni altra serie.
Stronco TWD, figurati se non posso stroncare Gomorra.
Per me è semplicmente scritto male. Noto un decadimento della qualità della scrittura. La prima serie è stata la migliore. La seconda peggio. E questo inizio di terza mi è sembrato ridicolo.
Se vogliamo parlare di prodotti autoriali scritti bene sulla camorra, ti posso citare per esempio Certi Bambini dei fratelli Frazzi (peraltro film originato da un testo bellissimo, di Diego De Silva, finalista Campiello quell'anno). Vattelo a vedere. E già che ci sei, in una delle scene, in una delle istruzioni che il boss dà all'11enne protagonista, troverai la grammatica criminale precisa che descrive la testata data da Spada al giornalista di Nemo, Piervincenzi.. Anzi, ti agevolo, eccolo il frammento:
https://www.youtube.com/watch?v=vu-CZkM8gZY ("Chi ti vuole fare male, non te lo viene a spiegare, te lo fa e basta").
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Se poi pensi che i camorristi non facciano a pezzi i cadaveri nei supermercati controllati dalla camorra e poi facciano sparire i corpi mi sa che un po' sogni, sai quanto corpi ci sono dentro i piloni della Salrrnp-Reggio Calabria? Per non parlare di gente sciolta nell'acido e atrocità assortite di ogni genere. Sono dei macellai e la realtà per me va persino molto oltre la fiction. Altroché.
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Tu la puntata non l'hai vista, secondo me.
C'è una battuta di dialogo, in cui dicono di fare presto, che hanno mezz'ora prima del'arrivo della squadra di pulizie del supermercato.
Veramante assurda l'idea di un capo clan che commette un'esecuzione improvvisata, occupandosi poi di smaltire in prima persona i corpi, improvvisando... e dovendosi fare aiutare poi da un giovane laureato in economia e commercio, un disoccupato di napoli al quale ha dato in mano da gestire un impero di milioni... la mattina questo qua, senza esperienza, investe milioni... e la sera lava cadaveri.
Fa semplicemente ridere. La camorra, purtroppo, è un'organizzazione fottuatamente organizzata.
Il monologo nella prima stagione, quando Genny racconta di come, sotto minaccia, ha dovuto fare a pezzi un cadavere, è un esempio di buona scrittura.
Vedere genny smantellare un cadavere in un supermercato, è l'opposto. Ti fanno vedere il momento del taglio perchè la scrittura è debole (e quindi serve l'immagine per renderla più forte), il tutto caricato eccessivamente con l'immagine del povero giovane laureato in economia e commercio che pulisce il sangue col mocho vileda e poi va a vomitare.
Questa non è una scena forte, è una scena debole. La scena forte, molto di più (che denota una scrittura di qualità) era quella del film, in cui il giovane laureato (clichè che ritorna) vede il suo capo buttare delle pesche, perchè tossiche.